Globi

Sfera in cartapesta, internamente vuota, ricoperta di gesso, su cui sono applicati 12 fusi e due calotte ai poli in carta incisa a bulino. Circolo meridiano in metallo e circolo dell’orizzonte in legno ricoperto di carta recante indicazioni astronomiche. – Include in 4 cornici: epistola salutatoria e data, dedica, elogio di Vasco de Gama, lunga iscrizione posta in corrispondenza dell’America settentrionale. – Esempl. : supporto originale in legno, formato da quattro balaustri torniti, raccordati da due traverse a croce su cui poggia una tavola circolare. – Lieve restauro nel 2000.

Primo ‘stato’ della prima edizione del globo terrestre di Blaeu, l’unica testimonianza conosciuta (insieme ad altro esemplare posseduto sempre dall’Angelica).

Questo “teatro portatile della terra e del mare”, come lo stesso autore lo definisce nella dedica, aveva, nella sua epoca, un uso pratico.
Pochi, infatti, gli elementi non cartografici. Decorazioni, cartigli e altre figure sono assai limitati se paragonati allo stile cartografico contemporaneo, molto più fiorito. I nomi delle terre e degli oceani sono in semplici caratteri romani.
Il vasto continente Australe, “Terra Australis Magallanica”, raffigurato vuoto, si spinge fino al sud dell’America, fino a congiungersi con la Terra del Fuoco; l’unica separazione è il “Fretum Magellanicum”. Lineamenti dell’America settentrionale pressoché sconosciuti: eccessivamente estesa in longitudine, qualche nome solo sulle coste. I nomi e le indicazioni di Europa e Asia centro-meridionale sono invece particolarmente numerosi.
Il meridiano di riferimento attraversa le isole S. Maria e S. Michele (Azzorre). Meridiani e paralleli tracciati ogni 10°.  Indicati: Equatore, Tropici, Circoli polari e linea dell’eclittica; 12 rose di 32 venti. Negli spazi degli oceani: navi, delfini, pesci volanti e figure mitologiche. All’interno dell’Africa, dell’Asia e dell’America meridionale: raffigurazioni di indigeni e animali.
Divisioni politiche indicate con linee tratteggiate e margini colorati.

Secondo ‘stato’ della prima edizione (ca. 1598) del globo celeste di Blaeu, costruito nel 1603, a distanza di quattro anni da quello terrestre, al quale doveva essere affiancato. Come il globo gemello, è una sfera in cartapesta, internamente vuota, ricoperta di gesso, su cui sono applicati 12 fusi e due calotte ai poli in carta incisa a bulino.
Data di fabbricazione presso il polo australe. Nelle iscrizioni è detto dall’autore che, grazie alle osservazioni del suo maestro Tycho Brahe, e del suo concittadino Federico Houtman, ha potuto aumentare il numero delle stelle rappresentate, riportandone la posizione all’anno 1600. Una tabella consente di calcolare la posizione degli astri per gli anni passati e per gli anni futuri. Un’altra tabella, posta come la precedente, presso il polo australe, contiene segni per l’indicazione delle stelle in base alla grandezza, e un settimo segno per le nebulose. Da notare i disegni originali con cui sono raffigurate le costellazioni dovuti presumibilmente all’incisore Jan Pietersz Saenredam il cui nome compare solo nel primo ‘stato’ della medesima edizione.