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Enrico Noris
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Enrico Noris nacque a Verona nel 1631. A quindici anni vestì l’abito agostiniano. Insegnò teologia nelle cattedre del suo Ordine a Pesaro, Perugia e Padova. Nel 1674 Magliabechi lo fece chiamare a Firenze dove Cosimo III gli affidò la cattedra di storia ecclesiastica presso l’Università di Pisa e l’educazione di suo figlio Giovanni Gastone. Cristina di Svezia lo invitò nella sua Accademia nella quale entrò con il nome di Lucrate Agoretico.Noris, studioso e innovatore della teologia agostiniana, promotore del movimento “dell’agostinismo” tentò di riportare l’Ordine a una più intima religiosità attraverso lo studio diretto delle fonti e il rifiuto della mediazione offerta dalla filosofia scolastica. Nella sua biblioteca si trovano le opere di Giovanni Calvino, del Cardinale Bona, di Ponce de Leon e di Gherardus Vossius, la cui Historia de controversiis quas Pelagius reliquiae moverunt servì da base per l’apologia di Sant’Agostino in cui Noris si impegnò.”L’agostinismo” si dovette confrontare con le polemiche che in quel periodo investirono l’Ordine a causa delle interpretazioni di Sant’Agostino che venivano elaborate oltralpe da Giansenio e dal Quesnel.

Il fatto che Lutero fosse stato agostiniano e che avesse fondato il suo dissenso dalla Chiesa Cattolica su una nuova interpretazione della “teoria della grazia” che egli ricollegava alla meditazione di Sant’Agostino aveva spinto in prima linea l’Ordine agostiniano che si impegnò a diffondere una corretta interpretazione delle opere del Santo per dimostrarne definitivamente l’ortodossia.

In quel tempo le opere degli studiosi agostiniani erano soggette ad attenzioni particolari da parte della Congregazione dell’Indice e anche Noris subì i rigori della censura: i suoi studi sul pensiero religioso furono di volta in volta apprezzati o inquisiti e gli valsero da un lato l’accusa di eresia e dall’altro importanti critiche nella gerarchia ecclesiastica. Egli per la pubblicazione dell’Historia Pelagiana (1673) fu accusato di Baianesimo e Giansenismo ma, mentre gli avversari denunciavano i suoi scritti come eretici, il papa Innocenzo XII lo chiamò come consultore del Sant’Uffizio e, nel 1692, lo nominò primo custode della Biblioteca Vaticana . Nel 1695 fu fatto Cardinale con il titolo di S. Agostino e nel 1700 bibliotecario di Santa Romana Chiesa. Fu uno dei maggiori eruditi del XVII secolo, ammirato da molti grandi del tempo per le sue vaste e sicure conoscenze in storia sacra e profana, archeologia, cronologia e numismatica e per la sua numerosa produzione letteraria.

Nel 1704 Enrico Noris morì nel convento di Sant’Agostino di Roma a cui lasciò la sua raccolta libraria confluita poi nella Biblioteca Angelica.