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Gli interessi geografici
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​Gli interessi geografici

     
 
 

Nella ricca biblioteca di Angelo Rocca, tanto eterogenea per il materiale conservato, è presente una raccolta di immagini manoscritte di oltre novanta centri dell’Italia meridionale.

Tale collezione trova la sua genesi nell’interesse rivolto, in epoca rinascimentale, alla cartografia urbana: il desiderio spontaneo di rappresentare la nuova configurazione assunta dalla città, in una veste altamente celebrativa delle qualità urbane, dà luogo alla nascita di piante e vedute prospettiche, da cui scaturisce una vasta produzione di Atlanti di città, Teatri, Libri di carte.

Il progetto di Rocca, valente interprete della cultura del suo tempo, era quello di formare un Atlante di città dell’Italia meridionale.

 

 
 Il lavoro cominciò durante il lungo viaggio compiuto da Rocca nel sud Italia tra il settembre 1583 e il giugno 1584 con il Priore Generale dell’Ordine Spirito Anguissola da Vicenza, in occasione delle Sacre Visite ai conventi agostiniani. Di questo viaggio abbiamo una documentazione estremamente dettagliata nel Regestum Visitationis, in cui lo stesso Rocca, giorno per giorno, annotava le località ed i conventi visitati. In ciascuna località ebbe la possibilità di venire in contatto con le persone del posto, le quali lo aiutarono nella raccolta del materiale necessario, fornendogli non solo i disegni, ma anche descrizioni e notizie sulle città.

Si conoscono oggi 92 piante manoscritte e 187 descrizioni di città e paesi: la mappa di tali località coincide in modo quasi completo con l’itinerario del viaggio.

Per completare la sua ricerca, Rocca aveva inoltre elaborato un apposito questionario che aveva inviato ai priori di vari conventi non raggiunti nel viaggio, con precise domande sulla storia dei centri e con le istruzioni per la redazione dei disegni da eseguire. In esso Rocca chiedeva che le descrizioni contenessero notizie sull’origine e la storia del paese, sulle località principali, sui costumi, sulle cerimonie religiose e civili; per quanto riguardava i disegni, le indicazioni si limitavano al formato del foglio e alla richiesta di riportare in un angolo l’arma della città.

 

Ne derivò una documentazione molto eterogenea, a causa delle differenti capacità dei numerosi collaboratori di Rocca. I disegni appaiono disomogenei per stile e qualità: alcuni sono di tipo meramente paesaggistico, altri mettono invece in risalto il tessuto urbano, corredati di legende che evidenziano strade e monumenti; a volte prevale l’interesse per le fortificazioni, sottolineando il carattere militare del luogo; in altri casi predomina l’attenzione ai conventi e agli istituti religiosi, coerentemente con l’appartenenza degli autori ad un ordine ecclesiastico.

Anche i testi presentano molte difformità: alcuni rivelano un autore abile e competente; altri risultano alquanto confusi; altri ancora costituiscono delle vere e proprie monografie. Ma in tutti emerge la caratteristica comune di essere stati scritti da persone del luogo: a differenza dei comuni libri di viaggio, quindi, i testi descrivono la vita quotidiana dei piccoli centri rappresentati, i problemi della miseria e del brigantaggio, ma anche la storia antica, la fierezza degli abitanti, la sontuosa maestà dei palazzi e delle chiese, la solennità delle cerimonie, la varietà dei prodotti locali.

Il progetto di Rocca di pubblicare un Atlante non fu mai realizzato. Tuttavia, il materiale da lui raccolto costituisce un documento spesso unico per la storia dell’urbanistica dei centri minori dell’Italia meridionale sul finire del XVI secolo. Inoltre, tale iniziativa testimonia le alte capacità del frate agostiniano, interprete anche in questo campo delle spinte più vitali della cultura del suo tempo.