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Bacheca 2 - Tibet

ANTOINE-FRAN ÇOIS PRÉVOST

Histoire generale des voyages, ou Nouvelle collection de toutes les relations de voyages …

L’Aia, 1749

Ius.2.7

Carta del Grande Tibet inserita nell’opera in 10 volumi dell’abate francese Prévost, pubblicata tra il 1746 e il 1759 per narrare di leggi, costumi e avvenimenti straordinari di ogni paese. La stesura della carta si deve a Jacques-Nicolas Bellin, idrografo e primo ingénieur de la Marine francese.

AGOSTINO ANTONIO GIORGI

Alphabetum Tibetanum missionum apostolicarum

Roma, 1762

Eremita agostiniano e grande studioso delle lingue orientali, padre Giorgi fu direttore della Biblioteca Angelica dal 1752 sino al 1797. L’Alphabetum custodisce al suo interno le conoscenze storiche, geografiche, culturali e religiose del lontano Tibet a partire dalle testimonianze raccolte dai missionari Cappuccini e Gesuiti agli inizi del XVIII secolo. L’immagine della Ruota del Divenire o Bhavachakra – in tibetano Sidpa Korlo – rappresenta il cosiddetto samsara, ovvero il ciclo di reincarnazioni (nascita, vita, morte, rinascita) ininterrotto, inconsapevole e condizionato dal karma, quindi dagli effetti delle azioni compiute dall’uomo vita dopo vita. Yama, il dio della morte che divora ogni cosa, tiene stretta la ruota con i suoi artigli.

SAMUEL TURNER

Ambasceria al Tibet e al Butan …

Milano, 1817

Lettera scritta nel carattere tibetano “umino”, utilizzato per la corrispondenza e gli affari comuni. Il carattere riportato nell’ultima riga è definito “ucheno” e veniva utilizzato, invece, per la scrittura di testi religiosi o scientifici. Le vocali sono indicate con alcuni segni posti sopra e sotto le consonanti di cui determinano il suono; tanto nel primo quanto nel secondo carattere, la lettura inizia a sinistra e prosegue verso destra.