La Biblioteca Angelica è la più antica biblioteca pubblica in Europa. Fondata nel 1604, deve il suo nome al vescovo agostiniano Angelo Rocca (1545-1620), scrittore erudito e appassionato collezionista di edizioni pregiate, responsabile della Tipografia Vaticana durante il pontificato di Sisto V.
Negli ultimi anni del XVI secolo Rocca affidò la sua raccolta libraria di circa 20.000 volumi al convento di S. Agostino di Roma. Nel corso dei secoli precedenti la biblioteca degli agostiniani si era arricchita di preziosi manoscritti e dei primi incunaboli, dono di personalità religiose, nobili romani o mecenati.
Con il suo lascito, Angelo Rocca volle che la nuova Biblioteca fosse aperta a tutti, senza limiti di stato e di censo, le diede una sede idonea, proprie rendite e un suo regolamento.
L’assoluta novità dell’istituzione voluta dal Rocca destò l’interesse di un pubblico sempre crescente e la fama della Biblioteca si diffuse ben presto tra gli studiosi attirando altri preziosi lasciti come quello di Lucas Holstenius (1596-1661), custode della Biblioteca Vaticana, che nel 1661 lasciò ai frati agostiniani la sua preziosa collezione di circa 3.500 volumi a stampa, ricca di opere dei maggiori geografi antichi e moderni da lui fittamente postillate.
Nella prima metà del XVIII secolo il convento romano e la sua Biblioteca fecero da sfondo alle controversie religiose dell’epoca. La Biblioteca aveva ottenuto una speciale autorizzazione a possedere libri prohibiti che permise ai frati di conservare anche opere sottoposte a censura e la cui lettura era vietata. Proprio questa deroga consentì all’Angelica di conservare la prestigiosa raccolta libraria di Enrico Noris (1631-1704), costituita da circa 600 volumi sottoposti a censura e sottratti così alla distruzione.
Su questa base, prese corpo una delle maggiori raccolte di testi sul periodo della Riforma e della Controriforma, per la quale fu fondamentale l’acquisto nel 1762 della ricchissima biblioteca del cardinale Domenico Passionei (1682-1761), uno dei maggiori bibliofili del secolo. La sua raccolta raddoppiò il patrimonio dell’Angelica arricchendolo dei testi che il cardinale, legato agli ambienti giansenisti romani, aveva ricercato e acquistato nei viaggi svolti come inviato pontificio nei paesi dell’Europa protestante e di antichi manoscritti, libri rari e incunaboli di vari argomenti, manifestazione della cultura enciclopedica del periodo.
In quegli stessi anni i frati incaricarono della ristrutturazione della Biblioteca l’architetto Luigi Vanvitelli, che terminò la realizzazione dell’attuale salone nel 1765. Nessuna traccia resta del precedente progetto secentesco realizzato dal Borromini.
La Biblioteca fu riaperta al pubblico solo nel 1786, quando fu terminata la stesura del catalogo delle opere a stampa, ancora oggi strumento essenziale per la consultazione dei volumi del fondo antico.
Nel XIX secolo la storia dell’Angelica fu scandita dalle vicende che interessarono la città di Roma, dall’occupazione francese alla proclamazione della Repubblica Romana del 1849.
Nel 1873 la Biblioteca passò allo Stato italiano e dal 1975 dipende dal Ministero della Cultura.
Approfondimenti
I direttori della Biblioteca
Nel corso dei secoli, la Biblioteca è stata guidata da figure che ne hanno segnato l’evoluzione culturale e istituzionale.
Scopri l’elenco completo dei direttori che, dal Seicento a oggi, hanno contribuito a custodire e rinnovare la sua missione.