Le opere

​Le opere

     
 
 

 

Angelo Rocca fu celebre tra i suoi contemporanei per la sua vasta erudizione, come dimostrano le sue numerose opere, scritte quasi tutte in latino, che trattano prevalentemente di argomenti teologici ed ecclesiastici. In questo campo significativi sono i testi in cui descrive le pratiche liturgiche e le loro origini, come il De Sacrosancto Christi corpore, pubblicato nel 1599 e il De sacra summi pontificis comunione, del 1610. Nella Chronhistoria de Apostolico Sacrario, del 1605, analizza la figura e le funzioni del Sacrista Pontificio; nel De canonizatione sanctorum, del 1601, il primo testo a stampa su tale argomento, contribuisce a dare un impulso importante alla storia della liturgia.

 

 

 

Significative sono anche le opere in cui egli rivela il suo interesse per le materie che oggi definiremo biblioteconomiche. Nella Bibliothecae theologicae et scripturalis epitome, del 1583, raccoglie materiale bibliografico relativo alla teologia e alle Sacre Scritture; nell’Index librorum F. Angeli Rocchensis, del 1611, e nella Chronhistoria, traccia una sua prima autobibliografia. Con la Bibliotheca Apostolica Vaticana, del 1591, ricostruisce – per la prima volta – la storia e l’organizzazione delle biblioteche, la storia dell’arte tipografica, la lavorazione dei supporti scrittori. Nella Bibliotheca Angelica, pubblicata nel 1608, traccia un interessante e articolato schema di classificazione per materie dei libri da lui posseduti.

 

 

 

Nel periodo veneziano la sua produzione fu orientata prevalentemente a temi di tipo umanistico, come nelle Osservationi intorno alle bellezze della lingua latina (1576), opera che gli diede una certa fama di linguista. Curiosi trattati come il Discorso filosofico e teologico intorno alle comete, del 1577, o il De campanis commentarius, del 1612, o il Contra ludum alearum chartarum, pubblicato nel 1616, rivelano interessi vari ed eterogenei. Angelo Rocca fu anche poeta occasionale, come nel De auspicata salute Urbi Venetae (1577) e, a testimonianza del suo interesse per la poesia, in un’epoca in cui “il poetare, anche per un religioso, faceva parte dell’educazione umanistica di prammatica per chi avesse l’ambizione di eccellere”, numerose se ne trovano nei suoi manoscritti. Nel 1719 gli agostiniani vollero onorarlo con la pubblicazione dell’Opera omnia.

 

 

 

Tipico rappresentante dell’erudizione seicentesca ridondante di citazioni, Rocca non sfugge talvolta ai difetti del suo secolo e più che un pensatore originale è un sistematore e un divulgatore di conoscenze e schemi culturali acquisiti. Come le sue opere mostrano, Angelo Rocca fu un perfetto rappresentante della cultura della Controriforma, i suoi interessi sono di tipo universalistico, come già era accaduto per gli intellettuali del Quattrocento e del Cinquecento, ma è mutata l’impostazione di fondo del suo pensiero: se negli umanisti si trattava di un desiderio di sondare tutte le conoscenze per arrivare a una costruzione organica e originale del sapere, in lui abbiamo una genuina e convinta adesione ai valori e ai progetti della Chiesa Cattolica così come si era riorganizzata dopo il Concilio di Trento.