Fu questa una delle principali operazioni culturali del XVI secolo volute da Sisto V a Roma, dove era dall’epoca dei prototipografi Sweynheym e Pannartz (1471) che non veniva più stampato il testo della Vulgata, ossia della Bibbia tradotta in latino. Di questo lavoro di revisione, condotto da Rocca all’interno di una Congregazione appositamente istituita, restano tracce manoscritte negli esemplari delle due edizioni conservate in Angelica. La copia della prima edizione, molto rara, perché tutti gli esemplari furono ritirati dalla circolazione, presenta notazioni autografe anche di Sisto V; nell’edizione del 1592 una nota manoscritta apposta sul frontespizio da Fulgenzio Bellelli, prefetto della Biblioteca nella prima metà del secolo XVIII, vieta la circolazione dell’esemplare, per non divulgare le correzioni e le emendazioni apportate al testo biblico.
La sua attività di curatore è documentata in più di trenta opere, come egli stesso scrive nell’Index librorum F. Angeli Rocchensis pubblicato anonimo nel 1611. |