Ne derivò una documentazione molto eterogenea, a causa delle differenti capacità dei numerosi collaboratori di Rocca. I disegni appaiono disomogenei per stile e qualità: alcuni sono di tipo meramente paesaggistico, altri mettono invece in risalto il tessuto urbano, corredati di legende che evidenziano strade e monumenti; a volte prevale l’interesse per le fortificazioni, sottolineando il carattere militare del luogo; in altri casi predomina l’attenzione ai conventi e agli istituti religiosi, coerentemente con l’appartenenza degli autori ad un ordine ecclesiastico.
Anche i testi presentano molte difformità: alcuni rivelano un autore abile e competente; altri risultano alquanto confusi; altri ancora costituiscono delle vere e proprie monografie. Ma in tutti emerge la caratteristica comune di essere stati scritti da persone del luogo: a differenza dei comuni libri di viaggio, quindi, i testi descrivono la vita quotidiana dei piccoli centri rappresentati, i problemi della miseria e del brigantaggio, ma anche la storia antica, la fierezza degli abitanti, la sontuosa maestà dei palazzi e delle chiese, la solennità delle cerimonie, la varietà dei prodotti locali.
Il progetto di Rocca di pubblicare un Atlante non fu mai realizzato. Tuttavia, il materiale da lui raccolto costituisce un documento spesso unico per la storia dell’urbanistica dei centri minori dell’Italia meridionale sul finire del XVI secolo. Inoltre, tale iniziativa testimonia le alte capacità del frate agostiniano, interprete anche in questo campo delle spinte più vitali della cultura del suo tempo.
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